Aria di tempesta
Immagine di kellepics su Pixabay Lo sciabordio delle onde cullava i suoi pensieri, mentre con un pennarello scarabocchiava il foglio color crema, tracciando segni marroni senza badare al soggetto. Il vento sollevava la sabbia in nubi di polvere , che sembravano cercare disperatamente di raggiungere il cielo fumoso , fuori dalla finestra del soggiorno. Un giorno grigio di metà ottobre, quando ormai i falsi amici di quell’estate avevano fatto ritorno in città e alle loro vite. Cristina, invece, era rimasta nella sua casa, sola, nella nostalgica atmosfera che abbraccia quei luoghi con l’approssimarsi dell’autunno, quando la magia del mare d’inverno riusciva a toccare pochi cuori: il suo lo aveva letteralmente rapito. Il telefono squillò facendola sobbalzare, riportandola alla realtà in modo brusco e indesiderato. «Ciao tesoro,» esordì una voce affabile segnata dall’età «ti disturbo?» «No, nonna, tranquilla. Avevi bisogno di qualcosa?» Sua nonna era forse l’unica persona co